Sulla collina,
d’inverno verde profondo,
d’estate un groviglio di stoppie dorate,
capelli spettinati dal sole.
La luce calda lambiva le forme, esse si animavano di una vita che solo l’osservatore esperto, conoscitore e innamorato poteva cogliere.
Il falegname scolpisce il legno con maestria, la gestazione richiede pazienza e presenza, infine fiorisce l’opera.
Un viandante sconosciuto passò dal paesello molto tempo fa. La sua opera, non rinvenuta, si erge tra le righe di un foglio strappato.
Pare solitudine agli occhi ingenui. Poi ci si ferma, si osserva, si comprende. Ecco che una nuova verità emerge.
In una giornata piovosa, al Caffè accade di parlare con persone apparentemente sconosciute. Il dialogo inizia, prosegue, le carte si scoprono e gli epiloghi sorprendono.
Nel salottino del Caffè, una tela bianca attende il tocco della sua artista. La gente riempie la sala, ma è solo alla fine che l’opera prende forma e con essa, una domanda senza risposta.
Tra i tavoli, un uomo sedeva in silenzio, una limonata stretta nella mano e lo sguardo assorto sul giornale. Una domanda resta nell’aria: si è soli o ci si sente tali?
Ogni viandante porta con sé una storia, un pensiero, un piccolo messaggio da affidare al vento.
Se hai parole da lasciare, il Caffè è aperto: accomodati, scrivi e qualcuno un giorno troverà il tuo segno tra queste pagine.